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al testo di Chanteloup
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DIEDI ANNI A TORINO, ben dieci - Eugenio Camerini
Bohème
Tienimi la manina gelida
di oscura cameretta di gocciolio tetro di calamaio in punta di pennino
la pelle ritorta al rullo tampone del riserbo sulla magra pagina stretta.
Tienimi Bohème stretta
alla ringhiera della soffitta la vertigine di questa barbarie nell'Odessa intellettuale.
La schiena semibarbara percossa da i pionieri tipi di Pomba La senti come rulla?
Battono i tamburi dalle profonde officine tra liane scure e cinghie dei torchi.
Bohème
stringimi le gale del vezzoso cappellino a Palazzo Madama
sul corso rotolano passi letterati accalcati molesti
come il jais lacrimante dai tuoi occhi:
Dolce violetta di Torino cavouriana
Dov'è il tuo cuore Bohème? Stretto nel corsetto esplode schizza via
oltre l'eloquenza in cattedra di Paravia
rulla sulle punte sulle graziose dita mezzoguanto freddo.
Dov'è il tuo cuore Bohème?
sotto i piedi
della calca letterata emigrata e fuoriuscita
rannicchiato alle lezioni di De Sanctis In San Francesco di Paola.
Vociante di spettacoli tra polemiche e gazzettieri
Dolce violetta di Torino cavouriana.
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